“La vita mi procura molte sofferenze. Quelli che non hanno mai provato niente, non possono cantare”.
Enrico Caruso (Napoli, 25 febbraio 1873 – Napoli, 2 agosto 1921) tenore italiano.
Dalla critica e dagli amatori è considerato per carisma e temperamento tra i più grandi tenori di fama mondiale. La leggenda di Caruso è incominciata molto prima della sua morte con la risonanza generosa del pubblico americano, alimentata dalla forte e appassionata componente italiana, che egli volle e seppe interpretare con l'immediatezza sincera e il talento della migliore lega partenopea. Il Tenore fu in tutto e per tutto un italiano d'America, fin negli atteggiamenti più quotidiani. L'allegria, il sentimento, la passione - la nostalgia, soprattutto - avevano nella sua voce l'autenticità di valori popolari, indipendentemente dalla qualità dei testi musicali: popolari anch'essi, con ampie tangenze borghesi. Opere a parte, il suo repertorio di canzoni e romanze era rimasto quello dell'antico posteggiatore; solo più vasto, con variegature cosmopolite, esotiche. Persino il patriottismo delle canzoni del tempo di guerra non ha nulla di ambiguo: è retorica sana. Nel mondo Caruso fu mito italiano.
Alla base, c'è la realtà concreta di una voce unica, classica e inconfondibile, retta da un professionismo che ha saputo essere all'altezza del dono naturale.
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