jueves, 5 de junio de 2014

Ettore Ximenes nel suo studio con una statua di Enrico Caruso.

Ettore Ximenes (Palermo, 11 aprile 1855 – Roma, 20 dicembre 1926) è stato uno scultore e illustratore italianoFiglio del calligrafo e miniaturista Antonio Ximenes e della nobildonna Giulia Tolentino, nonché discendente dell'importante famiglia di origine spagnola degli Ximenes de Luna d'Aragona, studiò all'Accademia di Belle Arti di Palermo fino al 1871, quando si trasferì a Napoli. Inizialmente, seguì come maestri Vincenzo Ragusa, Domenico Morelli, Vincenzo Gemito e Stanislao Lista, ma quando si trasferì a Firenze fu influenzato molto dall'arte rinascimentale. Dal 1885 al 1894, dopo un viaggio a Parigi, fu direttore dell'Istituto d'Arte di Urbino e iniziò a produrre molte opere, tra cui i monumenti a Giuseppe Garibaldi per Pesaro, Carpi e Milano. Partecipò al concorso per realizzare il Monumento a Dante a Trento, che fu però vinto da Cesare Zocchi. In quell'occasione conobbe Paolo Oss Mazzurana, del quale in seguito realizzò un ritratto ad olio che regalò alla famiglia nel 1896, dopo la sua morte.[1] Successivamente presentò alla Biennale di Venezia un modello di statua bronzea di Giuseppe Zanardelli (oggi esposta al tribunale di Brescia). Per lo stesso Zanardelli eseguì su sua commissione il grande monumento bronzeo La Famiglia collocato nel Cimitero Vantiniano a Brescia. Altre tre busti dello Zanardelli a Brescia sono all'Ateneo, nel Palazzo della Loggia e al Museo del Risorgimento. Realizzò anche una statua rappresentante la Legge per il re Vittorio Emanuele II e progettò con l'architetto Lamberto Cusani tra il 1912 e il 1920 un grande gruppo monumentale, sopravvissuto solo in parte alla II Guerra Mondiale ed a scelte urbanistiche del dopoguerra, per commemorare Giuseppe Verdi a Parma; nella stessa città, che nel 1907 gli concesse la cittadinanza onoraria, realizzò anche il monumento alla Vittoria e quello a Vittorio Bottego. Ettore Ximenes nel suo studio con una statua di Enrico Caruso.



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